Car and Friends

Valerio Berruti
Marco Tullio Giordana

Tutto quello che non dovete sapere sulle auto

La carica dei marchi cinesi. Dagli smartphone al Suv con 200 mila ordini in tre minuti

L’ondata di nuovi marchi automobilistici è appena iniziata e già i numeri decollano. A maggio, hanno registrato una crescita impressionante in Europa, con un aumento delle immatricolazioni del 111% rispetto all’anno precedente, raggiungendo una quota di mercato del 5,9% contro il 2,9% di maggio 2024. Ma ha tutta l’aria di essere soltanto l’inizio. Preparatevi, dunque, a imparare nuovi nomi, alcuni addirittura impronunciabili e a prendere in considerazione tanti modelli, provenienti quasi tutti dalla Cina.

Xiaomi YU7

Soprattutto segnatevi Xiaomi, l’azienda cinese nota per la produzione di smartphone. Bene, dopo diversi annunci è arrivato i giorno della presentazione ufficiale del nuovo Suv YU7, da poco più di 33 mila euro. L’aspetto clamoroso, oltre alle interessanti caratteristiche del modello che si ispira fin troppo alla Ferrari Purosangue, è che nel giro dei primi tre minuti di lancio sono arrivati circa 200 mila ordini. Numeri difficili soltanto da immaginare sempre che siano effettivamente così, visto che a spulciare i vari siti specializzati si passa con grande facilità a 300 mila in pochi minuti a 240 mila in 18 ore… Vedremo meglio, in seguito.

Ma torniamo all’invasione cinese. Secondo il New Brand Observatory entro il 2028 in Italia sbarcheranno ben 27 nuovi marchi automobilistici per il 90 per cento di origine o proprietà cinese. Si tratta di una progressione enorme, esaminata nel dettaglio dallo studio Quintegia. La quota di mercato di quelli già presenti, infatti, sfiora il 6%, un balzo sorprendente rispetto allo 0,4% del 2021. Inoltre, si scopre che in Italia tra il 2021 e il 2024 sono entrati 18 marchi, mentre tra quest’anno e il 2028 ne sono attesi altri 9. Nei principali mercati europei si arriverebbe invece a un totale di 43: +16 rispetto al nostro Paese.

Fra i brand ormai noti in Italia ci sono MG (il marchio inglese acquistato dalla Saic) che in Italia nei primi cinque mesi dell’anno ha raggiunto la considerevole quota del 3,5 per cento, la Dr con Evo e il più recente Tiger, poi Byd, Omoda e Jaecoo di Chery, Lynk&Co e Polestar di Geely e altri emergenti come EMC di Eurasia Motor Company con Intergea, Leapmotor con Stellantis e quelli di proprietà Dongfeng.

Il New Brand Observatory evidenzia anche che il numero di punti vendita di new brand in Italia è superiore a 800, mentre negli altri mercati varia dai circa 300 della Germania agli oltre 400 in Gran Bretagna.

Jaecoo 7

E adesso passiamo ai modelli. L’offerta si concentrerà soprattutto tra i Suv (medi e medio-grandi, quindi appartenenti ai segmenti C e D): una decina per ciascuno in Italia e una quindicina in Europa.

Quale reazione è prevista dai consumatori? Sempre secondo lo studio questi nuovi brand e modelli influenzeranno le loro scelte visto che il 44% degli acquirenti si dichiara pronto a considerarli piuttosto seriamente. Una propensione che cresce sensibilmente (74%) tra i giovani della Generazione Z, nati a cavallo del millennio. Il fattore di maggiore interesse è ovviamente quello dei prezzi che nonostante i dazi è decisamente inferiore all’offerta europea.

Omoda 5

E non aspettatevi solo automobili elettriche. La maggior parte saranno ibride plug-in, quindi ricaricabili anche con la spina. La vera carta vincente dell’offensiva cinese in Europa.