Car and Friends

Valerio Berruti
Marco Tullio Giordana

Tutto quello che non dovete sapere sulle auto

Mille Miglia, quell’indimenticabile edizione del 2007 in gara con una Mercedes Ponton…

Denis Jenkinson e Stirling Moss alla partenza della Mille Miglia del 1955

Settan’anni fa, nel 1955, Stirling Moss metteva la firma su un record storico per la Mille Miglia che in questi giorni celebra l’edizione 2025 della rievocazione storica. Il pilota inglese, scomparso nel 2020, insieme a Denis Jenkinson a bordo di una Mercedes 300 SRL con il numero 722, completò la corsa più bella del mondo in 10 ore, 7 minuti e 48 secondi, mantenendo una media di 157,6 km/h. Un risultato incredibile, ottenuto su strade non sempre in buone condizioni, che rappresenta un riferimento assoluto per la Mille Miglia.

Ma a proposito di riferimenti e storie, vale la pena raccontare anche la corsa del 2007 dove ho gareggiato con Federico Goretti, allora amministratore delegato di Mercedes Italia, a bordo di una Mercedes 220 Ponton. Una rievocazione storica a cinquant’anni dall’ultima edizione vinta da Piero Taruffi, quella del tragico incidente dove persero la vita a Guidizzolo, in provincia di Mantova, Alfonso de Portago, il suo codriver Edmund Nelson e nove spettatori (tra cui cinque bambini).

Alfonso de Portago

C’era come sempre un grande coinvolgimento emotivo nell’edizione 2007, 80 anni dopo il debutto. Un arrivo trionfale tra migliaia di persone che non vogliono dimenticare il tempo. Che sanno tutto delle auto e dei campioni del passato e che ogni anno seguono questa corsa come se fosse quella vera, quella che dal 1927 al 1957 ha fatto sognare mezza Italia con i duelli fra Varzi e Nuvolari, i record di Stirling Moss fino all’ ultimo successo di Piero Taruffi su una Ferrari 315S, la stessa auto guidata dalla figlia Prisca, pilota professionista anche lei in gara.

1924 Tazio Nuvolari e Achille Varzi si salutano prima di una gara

La Mille Miglia 2007 è finita con la vittoria di un’Alfa Romeo 6C del 1928 seguita da una Bugatti T 37 del ‘ 27 e da un’Aston Martin Le Mans del ‘ 33. Questo è stato il podio ma è una classifica che certo non passerà alla storia perché la storia, questi modelli e tutti gli altri in gara, l’hanno già scritta. Avventura e mito ieri, museo viaggiante oggi, il più esclusivo della storia dell’automobile.

Alfa Romeo 6C del 1928

È impossibile, infatti, rivederle tutte insieme queste vetture, bisognerebbe andarle a cercare una ad una in giro per il mondo perché i collezionisti di auto d’ epoca si stanno moltiplicando, soprattutto in Italia. Dieci anni fa gli iscritti all’ Asi (l’automobil club storico italiano) erano appena 15 mila oggi sono oltre centomila con trentamila veicoli certificati.

Il passaggio della Mercedes 220 Ponton, numero 304
di Berruti e Goretti alla Mille Miglia del 2007

Una passione travolgente che si è vista in questi tre giorni attraverso l’Italia, da Brescia a Roma, andata e ritorno. 375 auto d’ epoca che hanno fatto girare la testa quasi ovunque, nei luoghi storici dell’automobilismo mondiale come i passi della Futa e della Raticosa ma anche nei centri di Siena, Firenze e Roma. Quasi sempre tra ali di folla, quasi sempre tra gli applausi. Soprattutto se a passare era una Ferrari o la famosa Mercedes “Ali di gabbiano”, la 300 SL (o R) una delle quali nelle mani di Jochen Mass, l’ ex pilota di F1, che ha fatto divertire tutti con il suo inconfondibile stile di guida fatto di sorpassi che se non fossero stati in curva non li avrebbe provati nemmeno, accelerazioni a manetta improvvise e naturalmente lunghe soste nei punti di ristoro.

La Mercedes 220 Ponton numero 304 di Berruti e Goretti

Tre giorni indietro nel tempo con automobili da sogno, spesso irraggiungibili sia per i costi che per il fatto, in alcuni casi, di essere esemplari unici. Provate a comprarvi una Ferrari 250 MM (che sta per Mille Miglia) Vignale del ‘ 53 che anche quest’ anno ha corso tra i sampietrini e le buche trovate in molti tratti del percorso e scoprirete che non vi bastano due milioni di euro (sempre che ci sia qualcuno disposto a vendervela). E a proposito di questo proprio mentre la gara passava per Modena (con tappa allo stabilimento Scaglietti della Ferrari) veniva presentata a Maranello una delle aste più importanti del mondo dedicata alla Rossa, “Ferrari, leggenda e passione”, organizzata in collaborazione con Sotheby’ s da RM Auction. «La Ferrari è un sogno. A noi piace far sognare», ha detto Montezemolo presentando l’evento.

La Ferrari 330 Testarossa

Il sogno, in questo caso, si chiama 330 Testarossa, la Ferrari che ha vinto a Le Mans nel 1962. È stata acquistata ieri, con offerta via telefonica, di sette milioni di euro. Una cifra da capogiro, il record per una Rossa, a cui vanno aggiunte la 340/375 del ‘ 53 battuta a 4,2 milioni, la 512 del 1970 a 2,7 milioni, la Competition Spider MM del 1953 a 2,1, una 250 Gt Swb del 1960 a 1,9, la F248 che ha vinto il Gp di Turchia nel mondiale di F.1 del 2006 a 1,5 milioni, la Daytona Spider 365 Gts4 del 1971 a 950.000, la F288 GTO del 1985 acquistata per 400.000 euro, la 250 GTE del 1963, per 130.000, la GTB Fiorano 2006 che ha fatto la Panamerican a 270.000 euro.

In mezzo “memorabilia” di ogni genere, come il volante della F1 (60 mila euro) al poster originale del Gp di Cuba acquistato a 15 mila euro. Con l’asta un po’ folle e la rievocazione della Mille Miglia che proprio quest’ anno avrebbe compiuto 80 anni si sono conclusi anche i giorni più incredibili dell’auto storica. Fra leggenda, passioni e milioni di euro.