Dopo cinque giorni, 1900 chilometri, 430 auto storiche e migliaia di occhi puntati lungo il percorso, l’Alfa Romeo trionfa alla 43ª edizione della 1000 Miglia con la 6C 1750 Super Sport del 1929 del team Villa Trasqua, guidata dal duo Vesco-Salvinelli. Sul podio altre due vetture del Biscione, che celebrano una tradizione sportiva forgiata in 115 anni di storia: Alfa Romeo 6C 1500 SS condotta dall’equipaggio argentino Erejomovich – Llanos e Alfa Romeo 6C 1750 GS Spider Zagato del duo Tonconogy – Ruffini.

La 1900 Super Sprint del 1956, proveniente dalla collezione di Stellantis Heritage, ha completato la gara sotto la guida del team di Luna Rossa che ha entusiasmato gli appassionati lungo i 1900 km della “corsa più bella del mondo”.

Accanto alle icone del passato, l’intera gamma Alfa Romeo ha preso parte alla manifestazione 2025 in qualità di Support Car: dalla nuova Junior Ibrida Q4 alla Giulia Quadrifoglio Super Sport, compresa la nuova 33 Stradale.
I ferraristi Roland Hotz e Giordano Mozzi si aggiudicano il Ferrari Tribute 1000 Miglia a bordo di una F8 Spider, mentre Mirco Magni e Federico Giavardi su Polestar 4 hanno vonto la settima edizione della 1000 Miglia Green.
La 43ª rievocazione storica della corsa più bella del mondo si è chiusa a Brescia, con l’arrivo trionfale in Viale Venezia e la sfilata finale in Piazza Vittoria. I 430 gioielli a motore, tra cui una Fiat 600 del 1956, la Bugatti T40 del 1927 di Carlo Cracco e la mitica Alfa Romeo 6C 1750 SS di Andrea Vesco, hanno tracciato una mappa emozionale dell’Italia più autentica.

E ogni giorno è stato un’istantanea: la partenza tra due ali di folla a Brescia, il tramonto sul Castello Estense a Ferrara, Siena avvolta dal suono dei motori, il Duomo di Orvieto che accoglie gli equipaggi come un faro d’arte e pietra, le curve strette del Valico della Cisa, il mare di Livorno, la quiete antica di Soncino, l’abbraccio notturno di San Marino, il silenzio irreale della Val d’Orcia all’alba. E poi, Roma, con la sua eterna bellezza.

Come scriveva Fellini, “La vita è un viaggio, non una destinazione”. La 1000 Miglia lo conferma. Ogni partecipante, ogni spettatore, ogni operatore coinvolto ha percorso un pezzo di strada con lei. E se è vero che l’automobile, come dicevano i futuristi, è più bella della Vittoria di Samotracia, è perché sa unire velocità e grazia, modernità e nostalgia.










