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Un giovanissimo velista in solitaria sulla barca salvata dall’abbandono

Il 22enne navigatore siciliano Giacomo Nicchitta sta ristrutturando la barca che fu di Benoît Marie per partecipare all’edizione del 2027

ADN-Kronos, estratto dell’articolo del 21 giugno 2025

Giacomo Nicchitta, uno degli skipper più giovani e promettenti del panorama italiano, intende partecipare alla Mini Transat del 2027 sulla barca di Benoît Marie, il “minista” francese vincitore dell’edizione 2013, recuperata in stato di abbandono sulle sponde del Tevere. Conserverà ovviamente il suo nome originale, Eva Luna, in omaggio alla scaramanzia che accompagna i marinai di ogni epoca.

Nato nel 2002, Giacomo cresce fin dai primi mesi su una barca a vela di quindici metri: “A quattro anni già leggevo le onde e maneggiavo le scotte; a tredici facevo da prodiere nelle regate Irc Orc italiane”. Durante gli studi in un istituto superiore nautico di Palermo scopre, a diciassette anni, il mondo dei Mini 6.50, piccoli bolidi a vela compatti e veloci ma complessi da condurre. Queste piccole imbarcazioni richiedono cognizioni nautiche non superficiali, dato che possono affrontare lunghe traversate oceaniche. “Un amore a prima vista. Da allora vivo per le sfide in mare, sempre alla ricerca del limite successivo”.

Nicolò Gamenara e Giacomo Nicchitta

Tra le sue vittorie più importanti da co-skipper, in coppia con Nicolò Gamenara , c’è il primo posto nella Palma–Melilla, la regata più lunga in Mini del Mediterraneo. Dalla Spagna fino alle coste del Marocco e ritorno; mille miglia in cui trionfano. Sempre con Gamenara vince nel 2024 la Mare Nostrum, che parte da Garraf, circumnaviga le Baleari e fa ritorno sulle coste della Catalogna. Nella regata dell’Arcipelago 650, che parte da Livorno e si svolge tra le isole di Giglio, Elba e Capraia, ha ottenuto il primo posto quest’anno e il secondo nel 2024 insieme a Fabrizio Carboni. Stessa coppia che, nel 2024 e 2025, ha collezionato due secondi posti nella Romaxdue, le 540 miglia che partono da Riva di Traiano, passano tra Ponza e Ventotene, circumnavigano le Eolie e fanno ritorno. Questa serie di traguardi gli ha permesso, alla fine della scorsa stagione, di arrivare ottavo nel ranking degli skipper della classe Mini 6.50. In classifica, però, è stato primo tra chi non possiede una propria barca e quindi non partecipa alle regate in solitario. Se il è grande, i risultati confermano che è il caso di perseguito con convinzione ancora maggiore. Ecco perché l’acquisto di una propria barca, ma non una qualunque.

Giacomo Nicchitta

Eva Luna è una barca del 2007, terza di tre gemelle disegnate da Jean-Marie Finot, uno dei più grandi architetti navali. Fu costruita per Isabelle Joschke, ora grandissima velista oceanica, che partecipò alla Mini Transat 2007 vincendo la prima tappa. Poi la barca passò nelle mani di Thomas Ruyant, oggi skipper Imoca, che vinse la Mini Transat 2009. Successivamente partecipò all’edizione 2011, ottenendo un quinto posto, e vinse nel 2013 sotto la guida di Marie, che competeva contro il rivoluzionario proto 747 a prua tonda dell’italiano Giancarlo Pedote. Passò poi nelle mani di diversi proprietari ma, nel 2022, venne abbandonata in un cantiere navale sul Tevere. Giacomo ora ha deciso di rimetterla in acqua.

Giacomo Nicchitta

“Il mio obiettivo è riportare alla gloria una barca che fu leggendaria, la più leggera della flotta, e uno dei pochi Mini ad aver vinto due volte la Mini Transat”. Per Giacomo ed Eva Luna l’obiettivo è chiaro: raggiungere la Mini Transat 2027. La leggendaria traversata atlantica di quattro mila miglia in solitario che si svolge ogni due anni da Les Sables-d’Olonne in Francia a Saint-François in Guadalupa, con scalo a Santa Cruz de la Palma nelle Isole Canarie. Senza telefoni, internet né satelliti: l’unico contatto con la terra arriva via radio, grazie a un bollettino meteo inviato ogni quarantotto ore. La scuola suprema della vela solitaria, un passaggio obbligato per chi sogna il Vendée Globe o un giro del mondo.

Per riuscirci, nei prossimi due anni, insieme a Eva Luna dovranno percorrere 1500 miglia nelle regate del circuito mini, oltre al battesimo delle mille miglia non stop in solitario, con cui dimostreranno di essere pronti per la Transat. “Oggi lo sport della navigazione oceanica è cambiato. Lo sviluppo delle barche è diventato sempre più costoso e l’orizzonte temporale di una barca ormai è di soli due anni. Gareggiare con una barca datata intende dimostrare che non è necessario un budget esorbitante né compromettere l’ambiente per intraprendere un progetto agonistico”.