Car and Friends

Valerio Berruti
Marco Tullio Giordana

Tutto quello che non dovete sapere sulle auto

L’arte della manutenzione della moto e dell’anima

Cosa posso leggere quest’estate? Se stai seduto su una seggiola davanti ad un paesaggio alpino, direi Il codice dell’anima di James Hillman. Se, invece, hai voglia di muoverti e possiedi una Bmw R 60, la motocicletta sintesi della meccanica di qualità, consiglierei di portarsi dietro, sotto il sellone, insieme alla borsa dei ferri, Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta di Robert M. Pirsig. Penso che sarebbe piaciuto anche a san Bonaventura, l’autore dell’Itinerarium mentis in Deum, perché, messi alle strette, dobbiamo ammettere che la dinamica della vita si giustifica solo se riesci a trovare un senso alle cose, anche se un senso non ce l’hanno, come dice Vasco Rossi. Però non puoi esimerti dal cercarlo.

In quattro, l’Autore e il figlioletto Chris, John Sutherland e la moglie Sylvie, in sella a due moto, partono dal Minnesota in direzione del Pacifico. “Diamo la precedenza alle strade secondarie: il meglio sono le strade provinciali asfaltate, poi le statali, e ultime le autostrade”. Arrivare è secondario, ciò che conta è come passare il tempo. Pirsig, filosofo e scrittore, allinea su due piani lo svolgersi narrativo del viaggiare, il primo descrittivo, i saliscendi, i deserti ai lati dell’asfalto, i motel con la pompa per il rifornimento, e il secondo meditativo, pieno di osservazioni che rinviano a notazioni filosofiche, Platone, Aristotele, Kant, ma spogliate dal peso di un sapere accademico.

Robert Pirsig

Messe a disposizione dei compagni di viaggio come se fossero piccole illuminazioni Zen, sutra di una saggezza di vita che la natura stessa dell’osservare soggettivo rende personali, a condizione di essere cedevoli su un punto. Ecco, la questione che i motociclisti veri sanno risiede nella capacità di mettere a punto il proprio motore. Cosa che a John Sutherland sfugge. “Se gli si bruciano le puntine o le candele è spacciato. So benissimo che non ha delle puntine di ricambio. Non sa neanche cosa sono… La Bmw è famosa per non dare problemi meccanici in strada e lui punta proprio su questo”.

Robert Pirsig

Il rifiuto della tecnologia sembra essere in linea con il desiderio di liberarsene viaggiando in libertà su strade lontane dal traffico. Il mondo delle fabbriche, la produzione alienata, ha fatto di te “uno straniero in casa tua”. John e Sylvie, al modo dei beatnik e degli hippie, parrebbero iscriversi a quel movimento di rigetto del sistema e della tecnologia che caratterizzò gli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso.

Chris con John e Sylvia Sutherland al Bear Tooth Pass, luglio 1968

Un altro dei nodi errati del pensare alternativo dal quale Robert Pirsig prese le distanze. “Penso solo che la fuga dalla tecnologia e l’odio nei suoi confronti portino alla sconfitta. Il Buddha, il Divino, dimora nel circuito di un calcolatore o negli ingranaggi del cambio di una moto con lo stesso agio che in cima a una montagna o nei petali di un fiore”.

Mettere le mani nella busta dei ferri e saper leggere le istruzioni è un atto di umiltà e di autonomia, tendere l’orecchio allo svalvolare oppure oliare a dovere la catena sono una dimensione della cura che dobbiamo all’idea della manutenzione, fosse quella della nostra moto o della nostra anima è la stessa cosa.