Car and Friends

Valerio Berruti
Marco Tullio Giordana

Tutto quello che non dovete sapere sulle auto

Il debutto cinematografico del Duetto in Usa? Non è il Laureato!

Tutti, o quasi, pensano che la prima apparizione in un film dell’Alfa Romeo Duetto sia nel leggendario Il Laureato di Mike Nichols del 1967, così fortunato che il titolo originale, The Graduate, venne subito utilizzato dalla rete dei concessionari Alfa negli USA per ribattezzare la bellissima spider disegnata in Pininfarina dal gruppo capitanato da Aldo Brovarone e Franco Martinengo semplificando il progetto della 3000 CM Super Flow del 1960.

Alfa Romeo 3000 CM Super Flow del 1960 a Peeble Beach

Il primo film americano in cui compare il Duetto è, invece, Il Compromesso (The Arrangement, 1966) del grande Elia Kazan, tratto da un proprio romanzo di forte impronta autobiografia (anzi autobiotragica come avrebbe detto Flavio Bucci, l’interprete del mio primo film Maledetti vi amerò, adorato attore per il quale proverò sempre riconoscenza assoluta). In The Arrangement si narra la storia di un pubblicitario in crisi esistenziale – come si diceva ai tempi – infelice nel lavoro e negli affetti personali, tormentato dal senso di colpa per i suoi continui tradimenti verso le persone e, soprattutto, gli ideali giovanili. 

1966, The Arrangement, Faye Dunway e Kirk Douglas

Gli interpreti erano dei mammasantissima come Kirk DouglasFaye Dunaway e Deborah Kerr, ma nemmeno con questi attori carismatici la critica fu generosa. Il film fu genericamente recensito con sufficienza, cosa che non contribuì a spalancargli le porte del successo. Col senno di poi, traspare nel sottofondo una sorta di regolamento di conti, una pena sottintesa da comminare al regista per aver collaborato con la Commissione per le attività antiamericane del senatore Joseph McCarthy (1908-1957), un ultra conservatore ossessionato dalla possibile infiltrazione comunista negli USA. In tempi di guerra fredda ebbe il suo momento di gloria ma con l’avvento di Kennedy quello zelo venne fortunatamente archiviato anche perché procurò, come vedremo, solo strascichi velenosi.

La sequenza dell’incidente in The Arrangement

La prima cosa che si impara da bambini è: mai fare la spia (chi fa la spia non è figlio di Maria!). Lo so che può sembrare istigazione a future omertà, ma il patto non scritto di lealtà e fede reciproca è la base del consesso umano e non solo quella delle associazioni mafiose. Gli inglesi hanno una bellissima parola per definire questo patto: Commitment, qualcosa in più del semplice impegno sottoscritto, perché implica la reciprocità come garanzia suprema, qualcosa che nessuno può rompere, insomma qualcosa di sovrumano e sacro.

1947, manifestazione contro le liste di proscrizione a Hollywood

Ora Arrangement (compromesso, accomodamento, accordo) non ha la stessa sacralità, si tratta di convenienza, di puro utile. In questo film Kazan tratta qualcosa di molto personale che deve averlo tormentato per anni, addirittura fino ai suoi estremi giorni, come ben ricordo in occasione di una bella manifestazione che si chiamava Ladri di Cinema nel 1982, una delle tante offerte dell’Estate romana inventata dal pirotecnico Renato Niccolini. Ci fu un incontro proprio con Kazan, dopo la proiezione de Gli ultimi fuochi (The Last Tycoon, il suo ultimo capolavoro) e il clima era molto disteso e rispettoso verso il Venerato Maestro finché uno spettatore, non per provocarlo ma per sincera curiosità, non ardì chiedere perché mai avesse rivelato al tempo i nomi di amici fraterni e intimi collaboratori mettendoli nei guai. Gelo, imbarazzo, silenzio. Kazan tagliò corto seccamente e non volle rispondere. Fu difficile andare oltre e riprendere il Q&A. Chissà quante altre volte, in ogni parte del mondo, quella domanda l’avranno ripetuta.

Quella delazione non gli fu mai perdonata. Orson Welles, che pure lo stimava fra i massimi registi del 900, in teatro ancor più che in cinema, nonché grandioso direttore di attori (fu lui a fondare nel 1947 l’Actor’s Studio assieme a Cheryl CrawfordRobert Lewis e Lee Strasberg) e tra le sue scoperte non possiamo non citare almeno Marlon Brando e James Dean), ha parole durissime nei suoi confronti pur non essendo nei suoi giudizi mai schiavo di moralismi o partigianerie. tradire un amico però non è cosa sulla quale chiudere un occhio. Tanto che nel 1999, quando gli fu decretato un Oscar alla carriera consegnato da Martin Scorsese e Robert DeNiro,  furono molti in sala a non partecipare alla standing ovation, rimanendo ostentatamente seduti in segno di disapprovazione.

Si capisce, visto l’insuccesso del film e il fatto che la comparsa del Duetto si concludesse con un incidente (non per colpa dell’auto ma per il maldestro tentato suicidio del protagonista!) come l’Alfa Romeo non fosse indotta a cavalcarlo. Per fortuna non dovrà aspettare molto: Il Laureato uscirà nelle sale di tutto il mondo l’anno successivo rivelando l’immensa bravura di un attore irregolare a anti-hollywoodiano come Dustin Hoffmann e di un’auto che avrebbe fatto sognare tutti i ragazzi, laureati o no che fossero. Gli stessi ragazzi (io fra loro) rimasero assai turbati anche da altre due divinità ugualmente impressionanti, la navigata Mrs Robinson (Anne Bancroft, doppiata dall’inconfondibile Anna Miserocchi) e l’ingenua Miss Elaine Robinson (Katharine Ross, voce della bravissima Melina Martello), entrambe seducenti e – ognuna a suo modo – peccaminose.