Per circa trent’anni, dal marzo 1662 fino al 1691, fu istituito a Parigi un efficientissimo servizio di carrozze pubbliche. L’ideazione, la definizione topografica delle fermate e la cadenza oraria dei passaggi delle carrozze rappresentarono l’ultimo capolavoro del genio di Blaise Pascal morto nel mese di agosto del 1662.

A cinque soldi la corsa, ogni quindici minuti, dalle sei del mattino fino a sera tarda, lungo un percorso stabilito nel dettaglio, era garantito un servizio “di carrozze per la comodità dei borghesi e gli abitanti della città”. La prima linea andava da porta Saint-Antoine al palazzo Luxembourg. Oggi, fuori dalla standardizzazione delle visite guidate, potremmo fisicamente ripercorrere a piedi – lancio una provocazione per i lettori di Car and Friends, l’itinerario di una corsa progettata da Pascal che ripercorra Place des Vosges → Place du Châtelet → rue de l’Ancienne Comédie → rue Saint Sulpice → rue des Francs-Bourgeois → rue Elzévir [nel Marais] → rue des Haudriettes. Oppure à rebours, così come ci pare.

Il gigantismo delle grandi metropoli, il muoversi al loro interno, ci attrae perché sembra dilatare lo spazio delle possibilità che virtualmente sono offerte, ma, allo stesso tempo, sottrae il senso del dettaglio che solo una modesta velocità di spostamento può consentire. Parigi, al tempo di Luigi XIV, contava già una popolazione superiore al mezzo milione di abitanti. Una città in via di espansione dove era intensa la costruzione di palazzi, archi, giardini. Accanto a tanto splendore, a tanto sentimento di grandeur, si dilatavano i problemi legati ad un’urbanizzazione piuttosto tumultuosa. Malavita, sporcizia e insicurezza, rendevano rischioso spostarsi nella città.

Maria Vita Romeo, una voce autorevolissima tra gli studiosi di Pascal, ritiene che il progetto di Pascal fosse ispirato da un desiderio di carità. “Possedere una carrozza comportava una serie di spese che non poteva essere alla portata di tutti […] e se l’impresa ha pure la finalità della beneficenza, i benefici andranno ai poveri”. (Blaise Pascal, Opere complete, a cura di Maria Vita Romeo, Bompiani 2020).
Un lessico che sembra essere uscito per sempre dai nostri orizzonti. Ideare, progettare per il bene pubblico. Rispondere alle esigenze della condizione umana mettendo a disposizione la propria intelligenza per senso di gratuità. Credo che l’istituzione delle carrozze pubbliche a Parigi sia stata una splendida start up nella storia della scienza, capace di coniugare matematica applicata e dinamiche di trasformazione sociale.

C’è un di più. Per lunghissimi secoli il carro, la carrozza, sono stati i mezzi di trasporto più diffusi e nominati. Tuttavia nella traduzione del termine inglese car, pur conservandosi l’origine latina di currus, gallica kar, si è verificato un sostanziale affievolimento del termine, che misura come equivalenti car e automobile.
Al contrario continuiamo a dire ‘carro militare’ o ‘carro funebre’, forse per conferire al termine automobile un significato più personale, privatistico. Un mezzo di proprietà personale. Probabilmente le carrosses publics di Pascal volevano essere un’incursione del pubblico nel privato. Infatti il progetto fallì nel 1691.
